LE CHIESE PARROCCHIALI DELLA DIOCESI DI BOLOGNA. (Ediz.CORTY) Riporto fedelmente il testo dal volume III° dell’opera che tratta questa Parrocchia. Auspicando che sia ben accetta l’intenzione, auguro buona lettura al visitatore. Le presenti schede sono presenti da tempo nel sito dell’Abbazia di Barbarolo.
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LOIANO,
di cui è ignoto, se a tempi antichi avesse nome diverso dal presente, fu tra le corti e castella da grandissimo numero possedute dagli antenati “Bonifacio” marchese di Toscana, che forse nel 1304 ne cedette la Signorìa con quella di Monterenzio (Muratori, Diss. Med.Aevi Diss. X col 589) a “Mangifredo di Ubaldo” arcavolo de’ celebri conti “Ubaldini”, famiglia che venuta di Germania coll’imperatore (Dolfi, Cron. delle famiglie illustri di Bologna, p.468) e stabilitasi nella montagna bolognese toglieva il cognome da Loiano, ove stanziava, e il quale dovea perciò esistere assai prima che ella lo prendesse a signoreggiare.
Germana di “Maginfredo era Richilda” prima moglie di Bonifacio, che da “Beatrice” disposata in seconde nozze ebbe la “savia e valente contessa Matilde, la quale (come scrive Gio. Villani – Vol. II. c.XXVIII p.180) -regnava in Toscana, e in Lombardia, e quasi di tutto fu donna”.
Questa lasciava generosamente in dono (Muratori. T. I, col 797) alcune Castella alla Chiesa di Pisa, il cui Vescovo Uberto, l’aricprete Ugo e i Canonici davano nel 1135 l’investitura a “Malvolta, figlio di Ubaldo degli Ubaldini (ivi diss. XIV col. 797) della quarta parte di Scannello, già posseduto innanzi da esso, e da suoi fratelli”; probabilmente gl’investiva anche di Loiano, con patto tenessero “quemadmodum Comitissa Matilda habebat, quando ad suas manus tenebat”.
Il che sembra assai verissimile, poichè nel 1305 Scannello era tra i luoghi che pagavano tributo ad “Ottocherio, quindi ad Ubaldino padre di Tano II. de’ Conti di Loiano”; e comprendendosi anche fra questi luoghi Campeggio è credibile che il suo dominatore “Lorenzo”, detto poi da “Campeggio” traesse origine dalla stessa famiglia Ubaldini; della quale sappiamo dal Dolfi (Tomo III. pag.122) che nel 1189 viveva un “Guidoclerio” detto pure “Ottoclerio, e Diotoclerio”, ed appresso trovasi ricordato un Diotelerio, o Diotecherio di Ugolino, che morendo nel 1317 fè lasciti di denaro alle Pievi di Monghidoro e Gorgognano.
Nè questa famiglia fu soltanto posseditrice di Loiano, ma stese suo dominio, o ebbe almeno in gran parte tributarii circa il 1243 di: Pietramala, Caprenno, Frassineda, Campeggio, Monghidoro, Valgallara, Zaccanesca, Fradusto, Lognola, Roncastaldo, Vergiano, Stiòlo, Trasasso, Bibolano, Anconella, Sassiscascoli, Livergnano, Bàdalo, Vizzano, S. Alberto, Montelongo, S. Lorenzo di Guzzano, Pianòro, Barbarolo, Cassano, Bisano, Scannello, Fagnanello, Tè, S. Giorgio; e nel 1304 otteneva in Feudo da Benedetto XI tutto il contado di Medicina.
Grande fu perciò la potenza e la ricchezza di tale famiglia, che dominando l’Appennino e parteggiando co’ suoi armati pose più volte in iscompiglio la stessa città di Bologna; uscendo dal suo seno Capitani di grido, Anziani, Gonfalonieri di Giustizia, Cavalieri di più ordini, ed illustri uomini di Chiesa assai.
Sul cadere del XIII, e sull’entrare nel XIV secolo si divise Ella in più rami, alcuni de’ quali or tennero le parti de’ “Lambertazzi”, or de’ “Geremei”, or de’ “Scacchesi”, e de “Maltraversi”.
Certo è poi, che a dì 5 giugno 1266 “Ubaldino di Ottocherio de’ Loiano”, a mediazione di “Giacomo Panzacchi da Roncastaldo”, vendeva i castelli di Loiano e Bisano al comune di Bologna per lire 4.500, le quali non essendo state pagate, unitosi a partigiani de’ Lambertazzi, dopocchè questi ebbero vinti i Geremei vicino a Faenza, si ritoglieva a forza Loiano.
Ma il Consiglio di Bologna, dato provvedimento alle più importanti bisogna, mandava contro Loiano il 4 giugno 1278 i cavalieri e il popolo di Porta Stieri, e porta S. Procolo, i quali postisi ad assedio con trabucchi e con mangani lo travagliaronove guastarono di guisa che Ubaldino dovette arrendersi a Bolognesi; giurare la parte Geremèa e restituire le già vendute Castella; purchè ne ricevesse il prezzo.
Il che avvenuto, i Bolognesi diroccarono e distrussero al tutto que’ forti luoghi.
Ne’ solo giurava Ubaldino, ma altri ancora di sua casa giuravano alli 4 Agosto 1279 nella piazza di Bologna al fermarsi della celebre pace fra le principali famiglie delle due parti Lambertazzi e Geremei; e questi medesimi vennero poi sbanditi dalla città e dal territorio nel 1280, siccome quelli, che avevan prese l’armi nelle nuove rinvolture cui gl’inquieti Lambertazzi si diedero.
Opinano gli storici che Loiano fosse distrutto dalle fondamenta nel 1276, ma ciò non accadde, o il fu soltanto la Rocca, la quale è a dire fosse sollecitamente ricostruita.
Poichè sospettando i Bolognesi che nella tregua fattasi col Marchese Azzo d’Este non macchinasse questi alcun tradimento, rafforzarono di guardie e vettovaglie i luoghi forti ed importanti del Contado; e fra questi Loiano cui mandavano il prode capitano Rodolfino di Geminiano con un drappello di 13 soldati, presidio più opportuno ad una Rocca che a vasto Castello. E che tal Rocca fosse già risorta il prova eziando l’ordine che nel 1377 dava il Consiglio di Bologna di demolire dieci fortezze del Contado, compresovi Loiano. Anche dopo siffatta ruina pare fosse novellamente risarcita, se nel 1102 ribellatosi Loiano a “Giovanni I. Bentivoglio” signore di Bologna, spediva a riacquistarlo “Bernardone” valente capitano di que’ dì.
E certamente, se quel luogo fosse stato allora privo di fortificazione, non sarebbesi richiesto numeroso armamento per riaverlo, e superarne l’ostinata resistenza, la quale mise tanta rabbia in “Bernardone” che,riuscito a prenderlo, lo abbandonava a suoi soldati che a dì 23 Maggio il ponevano furiosamente a sangue, e a sacco, e gli davano orribilmente il guasto.
Che se ciè fu cagione di pianto e di lutto a Loianesi, fu loro di allegrezza e di gioia l’accogliere fra le loro mura nel 1549 il “Pontefice Pio II (Enea Silvio Bartolomeo Piccolomini” che con grande seguito di prelati e soldatesche recavasi a Mantova a dar ordine alla guerra da combattersi contro i Turchi; e il dì 6 Maggio pranzava in quella terra, nobilmente albergato da Faccio Pasi capitano della Montagna; giacchè la residenza di quest’ufficio era stata da “Roncastaldo”, come luogo più opportuno trasportata a Loiano, il quale in tempi antichi fu de’ 21 Vicariati temporali del Contado Bolognese, decimo quarto nell’ordine di precedenza; sapendosi ancora, che nell’anno 1451 l’estimo de’ suoi fumanti montava a lire 2.500.
Rimasto così Loiano nella Signoria di Bologna tutta sempre ne seguitò le varie vicende; e quindi, dopo il dominio di “Annibale di Gio. II. Bentivoglio, a’ 20 Agosto del 1506 venia conquistato con quella città dal gran Pontefice Giulio II e invano nel 1511 ne tornarono brevemente in possesso i fratelli Annibale II ed Ermete Bentivoglio, che vinta la battaglia di Ravenna (1512) la città e il territorio ricadevano in podestà del Papa.
Patì Loiano guasti e traversie nelle guerre che afflissero l’Italia nel 1706, 1796, e 1799, per le quali ultime, prevalendo l’armi francesi, passò per vari reggimenti della Cispadania, e Transpadana republica, rifuse poi nella Cisalpina (1797) quindi nell’Italiana (1802) che durava fino al 1805; anno in che “Bonaparte” coronavasi re d’Italia.
Caduto questi dal trono, e sedata l’invasione napoletana, aveva temporaneo governo Austriaco (1804) quindi dal 1815 in poi tornava al pacifico governo de’ sommi Pontefici.
Loiano, che è terra posta sull’Appennino a 20 miglia da Bologna e 6 dal confine Toscano ha Comune e Governo proprio, ed è popolata da 750 abitatori.
L’aria, com’ è generalmente nè monti è buona e purificata, sebbene il territorio sia esposto in molta parte a venti gagliardi.
Aòòe falde del monte ove sorgeva l’antica Rocca, e su quale ora è una Croce di Legno ne’ luoghi detti le “Clere” ed il “Castello”, scaturiscono salubri acque ferruginose.
Fertile ne è il suolo, ma non molto abbondevole di vini, legna da ardere, canepa e seta: da pel contrario molte frutta, e specialmente fichi rinomati, castagne moltissime, molto carbone, poco fieno; grani e biade a sufficienza.
Le sue Colline sono tutte “Terziarie” ed il terreno è generalmente arenoso congiunto a glutine cretoso, e sostenuto da strati di tufo giallastro e color tanè, disposti in grosse masse, e tagliati da banchi di ghiaia di fiume, e sassi che salgono dal basso alle più alte cime del monte sulla cui cresta è situata la Terra o Borgo di Loiano, che viene formata principalmente da Casamenti che costeggiano la via che da Bologna conduce a Firenze e che ivi esiste da tempi remotissimi.
In questa è la seconda “Stazione Postale” per chi viene da Bologna.
Non manca poi Loiano di più strade Comunitative praticabili da cavalcature e birocci rurali, che li pongono agevolmente in comunicazione coì paesi dei dintorni.
La sola strada che mette a Scanello puè varcarsi in vettura.
Appiè de’ suoi mont scorrono le acque della “Savena e della Zena”.
L’odierna comunità di Loiano dividesi in sette Parrocchie che formano un 3.670 abitatori.
Sono queste: Loiano, Barbarolo, Scascoli, Anconella, Bibulano, Scannello, e Roncastaldo.
La principale ricchezza de’ suoi possidenti sta nel commercio dei bestiami; e nella utilità che lor viene dall’uso del “trapèlo”, che per mezzo de’ buoi si dà a carichi delle merci che portansi tanto in Toscana, che in Bologna.
Altra buona indistria de’ Loianesi è la lavorazione de’ Cappelli di Paglia all’uso Toscano di cui è in Roncastaldo una fabbrica che ha nome.
Ne’ giorni 26 e 27 luglio d’ogni anno si tiene in Loiano una fiera di bestiami a cui grande è il concorso e l’affluenza de’ popoli.
Per ulteriori approfondimenti vedere queste schede presenti sul sito dell’Abbazia di Barbarolo:
Parrocchie antiche di Loiano e particolarmente di S. Margherita di Febbraria
Convento e Chiesa di San Giacomo Maggiore in Loiano
Chiesa Parrocchiale de’ S. Giacomo e Margherita