Presentazione storica di CASOLA CANINA desunta dall’opera storica del S. Calindri.
Riporto fedelmente il testo del 1782 con le forme grammaticali di quel tempo, ove la lettera “s” attuale veniva scritta con la lettera “f”, questo per aiutare il lettore nella corretta forma di lettura.
Auspicando che sia ben accetta l’intenzione, auguro buona lettura al visitatore.
CASOLA CANINA
(a) (Fuori di Porta Maggiore fei miglia e mezzo lontano dalla Città, nella fommità di un Monte, che s’ innalza alla finiftra dell’ Idice.)
Comune, e Parrocchia di cento novantrè anime divife in ventitrè Famiglie.
I territori di Gorgognàno, di Riòfto, di S. Bartolomeo di Mufiano, di Monte Calvo, del Farnèto, di Caftel de’ Britti S. Biagio, di Ciagnàno. di M. Aemato la cingono d’ ogn’ intorno.
Il fuo titolare è S. Salvatore, e la collazione appartiene ai Parrocchiani; è della Congregazione dellea Pieve di Ozzàno, ed ha fotto di fe quattro pubblici “Oratori”, cioè B. V. del Poggio, Scanno, S. Nicolò delle Calvane, S. Michele di Cura Lupo, già Parrocchia, ed ora benefizio unito a S. Maria de’ Fofcarari.
S. Domenico di Ronzàno, già Convento de’ Domenicani foppreffo da “INNOCENZO X” nel 1652.
Eravi altresì un’ Eremo de’ Camaldolefi ne’ beni della Famiglia Carbonefi, già diftrutto per cagione di una rupina, la cuo ftoria vedafi alla voce Eremo.
L’aria vi è faniffima, non morendo di adulti, che i quattro quinti di adulto per ogni cento ad anno.
E’ quefto uno de’ poco fecondi territorj del Bolognefe, non producendo che pochiffima e non molta buona Uva; pochiffime Frutta; pochiffime Castagne; pochi Bofchi a Legna; non molta Ghianda; fufficiente quantità di Fieno; molto pafcolo da moltiffime terre lavinate, lavinofe e fodive; il fegno della Canape; circa annue tre mifure per ogni mifura di femente dal Grano, e circa due mifure da pochiffimi Marzatelli che vi fi feminano.
Un folo Falegname è l’ Artifta, che coabita con quella Popolazione.
Non v’ è acqua alcuna particolare, almeno che fiaci additata, o da noi fia ftata veduta; ed il terreno è nella maffima fua eftenfione cretofo, framezzato da banchi di arena ora poco indurita, ora convertita in fcoglio arenario, e tagliato da qualche banco di faffi, e di Ghiaia fluviatile
Quantità di pietra calcarea, Geffo fpeculare.
Molta pietra Cittadina, Rottami di Gufci , o Valve, di teftacei in parte calcinati.
Molti Dentali, e moltiffimi Operculìti di diametro maggiore di quanti mai fino ad ora fianfi da noi veduti nel territorio bolognefe particolarmente a “Poggio Scanno”, detto dai naturali del Luogo “Puz Scan”, nelle di cui pendici verfo l’ Idice fonovi altresì molti gufci di Oftriche, e vari rottami di Pettini, qualche Gariofillite non petrificata, e moltiffimi Dentali ftriati, e lifci fono le cofe naturali offervabili in quefto territorio.
Abita la Popolazione in Cafe fparfe alla Campagna, ne’ Famiglie vi fono, che adunate ftiano in alcun Borgo, Borghetto, o piccolo Villaggio.
Paffando alle Memorie antiche del Luogo, che ne’ Secoli paffati produffe al Mondo nel 1295 un “Pietro da Cafola”, che fù uno dei due Sapienti per la Compagnia de’ Lombardi;
(220 – Ghir. Bol. Part. I. lib. X. pag.329)
non avreffimo della fue efiftenza alcun indizio, fe non lo additaffe una memoria, che di tutt’ altro tratta, fuori che della Storia di quefto Comune; mà dalla quale fi rileva, che non folo efifteva; mà era già del Comune, o fors’ ancora un Caftello, od una Contèa, Valvaforato, Cataniato, o Vifcontato nel 1142.
La memoria è la feguente.
“Da Giovanni figlio di Grimaldo da Cafola, e da Bonifacio co’ fuoi figliuoli, e da Teuzio figlio di Alberto fù fatta una certa vendita a Stifonte; e nel 1142 rilafciarono con atto pubblico una pezza di Terra in luogo detto Roncotorto”.
(221 – Si conferva quefta memoria nell’ Archivio delle RR. Monache di S. Crftina di Bologna Mazzo L. feg. num.30)
Dalla vicinanza del luogo di Stifonte ben vedafi, che fi tratta di fiti, e di perfone di Cafola Canina, e non delle altre Cafole, come, fe foffe cofa di maggior rilievo, e potrffimo dimoftrare con altre ragioni.